Leopoldo Mastelloni (65 anni) Rome
al musichiere tutta la famiglia compresa la cameriera analfabeta impazzì per quella bruna francese che parlava un italiano ottimo e senza accento e la voce gli zingari che cantava e la generosità e la classe nell affidare la sua vincita a titina de filippo mito del nostro teatro- dalida dopo la censura schifosa di quelli che ancora oggi mangiano e vivono con i diritti d autore ricavati dalle loro canzoni cantate in tutto il mondo da lei,grazie al generosissimo orlando la abbiamo rincorsa a parigi per comprare i suoi nuovi dischi e poi cd e poi dvd fino a oggi. ma la distribuzione dvd e films non è ancora possibile e perchè correre a nizza per avere un pezzettino di questa grande donna ed enorme artista'.in italia la nuova generazione con il cofanetto e il film della ferilli vogliono sapere di lei e i loro genitori la riscoprono a colori. dalida è stata una , anzi la star in bianco e nero della tv.limiti ne da un che di antico che deprezia dalida e non la fa amare alle nuove generazioni come invece è giusto che sia- sere fa ad un party con gente della tv e del teatro si parlava di lei,veramente io parlavo di lei, e nessuno sapeva delle sue evoluzioni artistiche e nemmeno del lavoro meraviglioso che è stato fatto da orlando e angelelli dopo che lei ha deciso di trasferirsi più in alto di noi terrestri. io ho cercato di fare qualcosa in rai e mediaset ma non ho avuto abbastanza spazio per far vedere totalmente quella dalida post esilio voluto dai discografici a cui le vendite dei suoi dischi facevano paura perchè vendeva più di tutte le nostre vedettes. basterebbe mostrare soltanto le clips del vostro sito in un programma pomeridiano x far conoscere la attualità colorata della più grande delle nostre grandi artiste contemporanee che per di più è italiana, anche se la douce france da jolanda ha fatto nascere dalida o dalì s il vous plait
Olga Rossi - Mantova
La mia passione per Dalida è nata poco più di un anno fa.Certo la conoscevo da tempo perchè mia madre me ne ha parlato tanto e poi il film e qualche canzone qua e là,ma è stato,ripeto,poco più di un anno fa quando ho comicniato a seguirla ad ascoltarla e ad ammirarla molto di più facendone il mio più grande idolo. Ho attraversato momenti difficilissimi di grande tensione,di grande depressione ho dovuto lottare contro l'anoressia,non c'era niente e nessuno che potesse in qualche modo farmi del bene se non proprio Dalida,in un certo senso mi ha aiutata e continua a farlo tutt'ora;ogni qual volta sono triste mi basta ascoltare una sua qualsiasi canzone e sto bene.Non riesco a spiegarmi il come e il perchè di questo,ma tutto quello che so è che Dalida mi dà la forza di combattere e in un certo senso mi conosola. IO le devo veramente tanto,è veramente una Grande. Ciao Dalida sei stata e continuerai sempre ad essere una Grande donna per sempre nel mio cuore.
Samuele Amato (28 anni) Napoli
non la conoscevo ho sentito cosi per caso una canzone per radio e subito mi ha colpito come un colpo di fulmine,mi sono documentata sull'artista ed è scoppiato propio un'amore, un'amore platonico purtroppo.doveva essere sicuramente un'artista e una donna eccezionale.non nascono più come lei.. Samuele,napoli.
Ornella Di Luzio (58 anni) Venezia
Ricordo Dalida dalla Tv in bianco e nero ed era un' immagine affascinanate.ma e' con il tempo che ho imparato a riconoscere la sua unicita' di artista e di grandissima interprete.L'ascolto spesso,ho molti suoi CD e DVD. Ha il pathos nella voce e la sua sensibilta' cosi' femminile l'acomuna ad ogni donna e quindi anche a me. Ho visitato a parigi la mostra all'Hotel de Ville e mi ha commosso vedere tante cose che le sono appartenute. Ciao Dali. Ornella , Venezia
Fabrizio De Castro (59 anni) Trieste
IL cortocircuito fra me e Dalida incominciò nell'autunno del 1967 – ero ai primi passi dell'adolescenza – con la canzona "Mama". Era l'anno terribile della vicenda Tenco, e senza dubbio l'intreccio fra la vicenda privata e l'immagine artistica raggiungeva uno dei momenti culminanti. Però in quel momento scoprivo in lei , con la forza di uni'lluminazione sconvolgente, un'icona diversa da quella di tutte le cantanti che affollavano la televisione di quell'epoca. Nessuna, al pari di lei, sapeva trasmettermi un messaggio così nudo e assoluto di sofferenza interiore, di struggimento esistenziale, in cui sembrava di intuire che l'artista e la donna fossero totalmente convergenti. Tutto l'entourage della canzone, soprattutto italiana, in voga in quegli anni, sembrava improvvisamente rivestire una patina fasulla ed inautentica, tanto nelle versioni più tradizionaliste quanto nelle voci più anticonformiste ... almeno a me sembrava così e, a quanto mi è dato oggi di leggere, non a me soltanto. Come sempre avviene quando scatta una empatia per un grande artista, attraverso la quale sembra incarnarsi per noi, e come se fosse rivolto a noi in maniera esclusiva, un messaggio di "verità", si possono chiamare in causa complessi giochi di proiezione fra il nostro percorso individuale e la voce di chi sembra fare cassa di risonanza alle nostre aspettative, alle nostre speranze, alle nostre inquietudini ... e certo l'immagine di donna amante ma soprattutto sorella, intimamente fragile ma anche perentoria (forza e debolezza che sembravano rinforzarsi a vicenda), capace di farsi teneramente confidente e comprensiva, ma anche secca e tranciante, di evocare profetiche speranze di vita ma anche di scoccare il dardo della depressione e della morte, tutto questo ed altro ancora ha reso per me Dalida , nelle sue interpretazioni, un'icona del femminile che oggi ancora è capace di emozionarmi e di farmi interrogare sul mio vissuto intrecciando un dialogo in qualche modo veramente "lontano nel tempo"... Ringrazio in particolare i curatori di questo sito, che ha avuto il pregio di riaccendermi la memoria dopo anni di apparente accantonamento, facendomi capire quanto l'immagine umana ed artistica di Dalida conservi oggi ancora per me la sua attualità inesausta, sia incorporata in qualche modo misterioso nei geni del mio atteggiamento verso il mondo (e quale, se non questo, è il sigillo dei "veri grandi", quello di parlare per sempre e in qualche modo di accompagnare il nostro cammino rinnovandosi assieme a noi?)